Dal 1993 Fondazione Prada si interroga su quali siano gli intenti e la rilevanza dell’impegno culturale oggi, con una serie di progetti in continua evoluzione. Ci sono state commissioni “utopiche” a singoli artisti, conferenze di filosofia contemporanea, mostre di ricerca e iniziative in campo cinematografico. Operando in tre sedi permanenti a Milano e Venezia, inaugurate tra il 2011 e il 2016, e, dal 2018, anche in tre spazi esterni a Shanghai, Tokyo e New York, la Fondazione vuole offrire nuove opportunità di ampliare e approfondire i nostri modi di imparare.

“A che cosa serve un’istituzione culturale?” È questa la domanda fondamentale da cui vogliamo muovere. Siamo convinti che la cultura sia profondamente utile e necessaria, oltre che coinvolgente e attrattiva. Deve arricchire la nostra vita quotidiana, aiutarci a capire i cambiamenti che avvengono in noi e nel mondo. È questa convinzione la base delle attività della Fondazione.

Il nostro interesse principale sono le idee, e i modi in cui l’umanità le ha trasformate in discipline specifiche: letteratura, cinema, musica, filosofia, arte e scienza. Ogni campo ha una sua autonomia, ma lo scopo complessivo è uno solo: espandere la portata dei saperi. La coesistenza delle discipline genera risonanze e intersezioni culturali imprevedibili.

Questo atteggiamento di apertura e di invito caratterizza il tono politico della Fondazione. Vogliamo ribadire che la partecipazione è possibile per tutte le generazioni e utilizzando registri diversi. Cerchiamo nuovi modi di condividere le idee. Un tentativo di ridefinire i programmi educativi si affianca a un forte impegno nella divulgazione scientifica. Vogliamo chiederci come occuparsi di cinema in un’istituzione artistica contemporanea, senza trasformarla in un film festival.

La Fondazione ha scelto le arti e le espressioni culturali del presente e del passato come strumenti di lavoro e apprendimento: un territorio di pensiero libero che accoglie sia figure consolidate e imprescindibili sia approcci emergenti. Vediamo la cultura come un repertorio di prospettive e di energie potenziali. Invitiamo persone diverse a offrirne nuove interpretazioni e a cercare idee finora inesplorate: curatori, artisti, architetti, ma anche scienziati e studenti, pensatori e scrittori.

Questa enfasi sulla portata e l’ampiezza dei saperi si riflette, in particolare, nella composizione spaziale della sede di Milano. Costruito nel 1910 per ospitare una distilleria, il complesso è stato oggetto di una riconfigurazione architettonica che combina tre nuove strutture agli edifici preesistenti. Ne è nato un campus di spazi post-industriali e nuovi, con un’alternanza di apertura e intimità in cui i cortili offrono alla cittadinanza uno spazio pubblico comune. La ricchezza e la varietà degli spazi incoraggiano a reagire alle sollecitazioni culturali in modo rapido e spontaneo.

L’assetto istituzionale della Fondazione incarna la sua vocazione a re-inventarsi. È una struttura aperta, in cui le idee circolano liberamente fra i Presidenti, i dipartimenti interni, i curatori e i ricercatori indipendenti e il Thought Council, un gruppo i cui componenti, provenienti da vari campi delle arti e della cultura, sono invitati a elaborare progetti per archi di tempo variabili. Ognuno di loro, insieme a molte altre voci, contribuisce alle attività della Fondazione con la propria idea personale della contemporaneità.