“Il metodo espositivo di Germano Celant alla Fondazione Prada: dalle mostre a carattere monografico all’interdisciplinarietà dei linguaggi nelle collettive” è una conferenza presentata da Fondazione Prada, in collaborazione con Studio Celant, che si tiene al Cinema della sede di Milano. Parte del programma “Germano Celant. Cronistoria di un critico militante”, a cura dello Studio Celant, da una proposta dell’Accademia Nazionale di San Luca, l’incontro è costituito da due dibattiti tematici aperti al pubblico e si svolge dalle 17:30 alle 20.
Nell’intenzione dei fondatori Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, Fondazione Prada è stata creata per dare forma a un’utopia intellettuale che ha marcato l’identità stessa dell’istituzione culturale nata nel 1993. Utopia è stata anche la parola chiave dei primi progetti curati da Germano Celant che dal 1995 al 2014 è stato Direttore artistico e dal 2015 al 2020 Soprintendente artistico e scientifico di Fondazione Prada.
La conferenza si apre con i saluti istituzionali di Chiara Costa (Fondazione Prada), Marco Tirelli (Accademia Nazionale di San Luca) e Marcella Ferrari (Studio Celant).
La prima parte dell’incontro, dal titolo “Un laboratorio teorico e pratico di exhibition making”, vede la partecipazione dello studioso Bruce J. Altshuler, dell’architetto Rem Koolhaas e della curatrice Elvira Dyangani Ose. Coordinata da Chiara Costa, questa prima discussione indaga le metodologie specifiche dell’exhibition re-enactment e della ideology of display, due nozioni fondamentali che Germano Celant e Fondazione Prada hanno esplorato in numerose occasioni negli anni più recenti. A partire dalle mostre “The Small Utopia – Ars Multiplicata” (Venezia, 2012) e “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” (Venezia, 2013), la riflessione sui linguaggi allestitivi è stata infatti centrale anche in altri progetti della Fondazione come “Serial Classic” (Milano, 2015), “Portable Classic” (Venezia 2015), “L’image volée” (Milano, 2016) e “Post Zang Tumb Tuuum. Art, Life, Politics: 1918-1943” (Milano, 2018).
La seconda parte, dal titolo “I progetti utopici degli artisti 1998-2007”, riguarda alcune delle grandi commissioni realizzate da Fondazione Prada in collaborazione con artisti internazionali come Laurie Anderson, Mariko Mori e Thomas Demand. I tre artisti condividono le loro testimonianze e le idee che hanno ispirato i loro progetti presentati a Milano tra il 1998 e il 2007. Il confronto è moderato da Mario Mainetti, Head of Research and Publications della Fondazione.
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