L’interesse di Jonas Carpignano nel ritrarre piccole comunità in luoghi apparentemente periferici e le complesse relazioni umane che le abitano si manifesta sin dagli esordi della sua filmografia. Sono temi già presenti nei primi cortometraggi che realizza a distanza di tre-quattro anni ognuno dall’uscita dei lungometraggi. Il cortometraggio per Carpignano è uno strumento di lavoro, la possibilità di misurarsi con spunti estetici e narrativi che approfondisce in seguito nello sviluppo di film più complessi.
Talento emergente del cinema italiano contemporaneo, Jonas Carpignano ha incentrato la sua filmografia sul multiculturalismo e l’identità. Nato nel 1984 da madre afroamericana e padre italiano, ha vissuto tra New York e Roma e si è trasferito per dieci anni a Gioia Tauro, dove ha ambientato la sua trilogia “calabrese”: Mediterranea (2015), A Ciambra (2017), A Chiara (2021). In A Chjàna con cui vince alla Mostra del Cinema di Venezia del 2012 il premio per il miglior cortometraggio, racconta la storia di Ayiva, giovane immigrato del Burkina Faso che cerca di ricongiungersi con il miglior amico Cheich dopo la rivolta di Rosarno del 2010, soggetto che elabora poi più ampiamente in Mediterranea (2015). A Ciambra che gli vale il premio Europa Cinemas Label al Festival di Cannes del 2014, racconta una notte nella vita di Pio Amato, giovane rom di Gioia Tauro che si ritrova nell’omonimo lungometraggio del 2017. A Chiara, infine, introduce la storia della protagonista del suo ultimo film, raccontando la notte in cui l’adolescente, dopo aver assistito a un episodio sconcertante, vede venir meno le sue certezze.
A marzo 2023 “Soggettiva” indaga l’opera completa dell’autore, protagonista di un incontro con il pubblico in occasione della proiezione del suo film A Chiara (2021).