Il titolo della mostra, a cura di Germano Celant, fa riferimento al sogno, trasmesso dalle avanguardie storiche agli artisti di oggi, di arrivare alla diffusione democratica dell’arte, praticando una moltiplicazione dell’oggetto d’arte per favorire una sua diversa fruizione estetica e sociale.
Il percorso espositivo analizza un periodo di 75 anni dagli inizi del Novecento al 1975 e documenta con oltre seicento lavori, multipli ed edizioni, la trasformazione dell’idea dell’unicità nell’arte e la sua percezione, non solo attraverso la moltiplicazione degli oggetti, ma anche nei diversi linguaggi: dai libri d’artista, alle riviste, al cinema sperimentale, alla radio. Questa piccola utopia nata all’inizio del XX secolo dai tentativi di costruttivisti e produttivisti russi di intervenire su oggetti di uso popolare, come le ceramiche, e dall’ambizione, più individualista, di Marcel Duchamp, si è consolidata negli anni Settanta, quando anche il sistema dell’arte si è diffuso, sul piano dell’informazione e della comunicazione, a tutti i livelli della società.
Un’avventura a cui hanno partecipato tutti i principali movimenti artistici dal Futurismo al Bauhaus, dal Neoplasticismo al Dada e al Surrealismo, dal Nouveau Réalisme all’Optical e al Fluxus per approdare all’esplosione di arte moltiplicata indotta dalla Pop art, promotrice di un vero “supermarket” dell’oggetto artistico, tradotto ora in libro, rivista, scatola di cibo, film, vestito, disco, piatto, mobile, giocattolo e molto altro ancora.
In occasione del cinquantenario del primo Festival Fluxus in Europa (1962), la mostra di Ca’ Corner ospita performances e concerti Fluxus.
Sede della mostra: Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, Venezia